Monitoraggi Cardiotocografici
Presso lo Studio Medico Massimo Giovannini si
esegue la cardiotocografia, il cosiddetto
monitoraggio, un esame semplice e non invasivo
utile per valutare lo stato di salute del
bambino nelle ultime settimane di gravidanza e
avviene attraverso la registrazione continua
della frequenza cardiaca fetale (FCF-
cardiografia) e delle contrazioni uterine
(tocografia).
L'esame è gratuito per
tutte le pazienti che seguono il percorso di
assistenza della gravidanza presso lo studio.
Il cardiotocografo è dotato di due sonde
che
vengono appoggiate sull’addome della donna.
La
prima è una sonda a ultrasuoni, come
quella dell’ecografo, e serve a rilevare il
battito cardiaco fetale. Il ginecologo oppure
l’ostetrica trovano il punto ideale dove
applicarla in base alla posizione del bambino.
L’apparecchio traduce le variazioni del battito
in un grafico, che viene stampato in forma
cartacea.
La seconda sonda, che
serve a
misurare l'intensità e la frequenza delle
contrazioni uterine, si applica in
corrispondenza del fondo dell’utero e viene
fissata con una fascia aderente al pancione. Il
sensore registra le variazioni di pressione
della parete addominale dovute alle contrazioni
e anche questi dati vengono tradotti in un
grafico stampato dalla macchina.
Nei
cardiotocografi classici, le due sonde sono
collegate da cavetti al corpo centrale
dell’apparecchio e durante la misurazione la
futura mamma deve rimanere ferma, seduta su una
poltrona o distesa sul letto.
Se i bambini
sono due si utilizza lo stesso apparecchio
misurando prima il cuore di un fratellino, poi
l’altro. La difficoltà aumenta se i nascituri
sono tre o più.
La cardiotocografia può
essere effettuata a partire dalla 30esima
settimana di gravidanza, ma di norma è
raccomandata dalla 37esima. Salvo indicazioni
specifiche, si ripete l’esame una volta a
settimana fino all’insorgere del travaglio. Ogni
sessione di monitoraggio ha una durata minima di
mezz’ora.
È possibile che in questo
lasso di tempo il bambino sia addormentato e la
frequenza risulti pertanto più regolare e
monotona rispetto allo stato di veglia. In
questi casi si attende qualche minuto che il
piccolo si svegli, oppure si tenta di ridestarlo
con un delicato massaggio o somministrando alla
donna una bevanda zuccherata.
In corso di
travaglio, la cardiotocografia viene normalmente
ripetuta ogni mezz’ora. Ma se le circostanze lo
rendono necessario, la misurazione può essere
continua per tutta la durata. Alcuni punti
nascita seguono questa prassi di routine, per
intervenire tempestivamente in presenza di segni
che facciano sospettare una sofferenza fetale.
Quando il bebè tarda a nascere la
cardiotocografia è particolarmente utile. Il
superamento del termine naturale della
gravidanza comporta dei rischi per la salute del
nascituro, perché mano a mano che la gestazione
va avanti si riducono gli scambi di sangue tra
utero e placenta e dunque tra l’organismo della
madre e quello del feto. Si è osservato che i
rischi aumentano dopo la41esima settimana più
3-4 giorni. Ecco perché, a partire da questa
epoca, devono aumentare i controlli dello stato
di salute della gestante e del nascituro.
Non esistono linee guida che stabiliscano la
frequenza con cui vanno ripetuti questi esami.
Spetta al medico decidere, in base all’esito dei
primi esami e allo stato di salute generale
della gestante e del feto.